Breve storia tratta dal libro di Don Ernesto Colli |
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Come rilevasi dalle "Consignationes del 1347" nel nostro paese per qualche secolo risiedevano i due Rettori beneficiali di S.Vittore e di S.Maria alla diretta dipendenza della vicina antica Pieve di Vespolate, mentre per gli altri due chiericati, prima della loro soppressione, il titolare non risiedeva sul posto. |
Nel 1556 troviamo un cambiamento. Un importante documento "quinternetto" redatto dai Consoli di Nibbiola, Antonio Razzano e Francesco Uzala, ed inviato all'archivio della città di Novara, non solo ci da a conoscere quali sono i beni "veramente ecclesiastici" ma anche il beneficiato. Infatti tra l'altro sta scritto : " Le terre delle Gietie di S. Maria e di San Vittore, poste in territorio di Nibbiola, sono possedute per il Rev. prete Antonio Zeruto, arciprete del Duomo di Novara et Curato di dette Gietie, lavorate per Zanino Gardino et Jacobino Spazotti massari di detti beni et tenuti in affitto per il signor Melchion Tornielli " (archivio parr. Voi. 60 doc. Vili trascritto dal pubblico ed apostolico notaio Rettore Reldì il 14 agosto 1759). |
Perciò, stando a questo vecchio documento, la costituzione de iure della nostra parrocchia avvenne alla fine del 1500 quando cioè si innalzarono le attuali chiese parrocchiali di S. Maria prima e di S. Caterina dopo. |
1 - Bosso D. Federico: nell'anno 1584 si ritirò dalla parrocchia con diritto di pensione gravante su la nuova chiesa di S. Caterina per aver contribuito, in parte notevole, alle spese occorrenti alla sua erezione. |
2 - De Vàrronis D. Giov. Batt. da Nibbiola. Resse la parrocchia dal 1584 al 1608. Mandò a termine la costruzione della chiesa di S. Caterina e ricevette nel 1596 in visita pastorale il Ven. Vescovo Bescapè. Sotto di lui si iniziò a seppellire i morti nel nuovo cimitero di S. Maria. Era Cappellano maestro Don Tranquillo Jorio. |
3 - Brusati D. Giov. Batt. da Olengo, parroco per 12 anni dal 1609 al 1621. Mori a soli 45 anni d'età nella vecchia casa parrocchiale sita dietro l'attuale casa Piffaretti. Venne seppellito in S. Maria e lasciò i suoi beni paterni in Olengo alla locale confraternita del SS. Sacramento col peso di suffragi perpetui. Era cappellano municipale ed insegnante ai figli del popolo il Rev. Gino Francesco. |
4 - Fianalotto D. Giov. Batt. Curato per otto anni, si rese defunto il 16 febbraio 1629 a soli 40 anni: abitava nella casa del marchese Claudio Tondelli, essendo la casa parr. malsana e diroccata. Ricevette gli ultimi sacramenti dal Curato di Garbagna D. Pietro Bocciola. |
5 - Scaramuzza D. Frane. Bernardino venne nominato il 2 ottobre 1629.Era da Intra sul Lago Maggiore ed il nome di questo intrese è scritto a caratteri d'oro nella storia religiosa di Nibbiola. Venne qui ancor giovanissimo e vi rimase per 39 anni di cui 24 come Vicario Foraneo del distretto di Vespolate. Ecco in sintesi le sue opere: costruì a sue spese l'attuale casa parrocchiale; in S. Caterina fece gli scanni, e gli stalli attuali in noce; in sacrestia gli armadi intarsiati nel noce; la facciata col pronao della chiesa, il campanile, l'altare del S. Rosario, il battistero ed arricchì la chiesa di splendidi sacri paramenti e tappezzerie in damasco pesante alle lesene e ai muri del coro. A coronamento di tutte queste opere chiamò il Vescovo Mons. Giulio Maria Odescalchi a consacrare la chiesa di S. Caterina: 18 maggio 1657. In premio, il 27 marzo del 1668 venne nominato Canonico Prevosto dell'insigne Colleggiata di Intra, sua città natale, ove, onusto di anni e di meriti, morì nel 1691. In quel tempo era cappellano maestro Vecchiotto D. Carlo Andrea. |
6 - Baldino D. Giac. Ant. da Suna di Pallanza. Fu dapprima viceparroco a Garbagna sotto quel Curato D. Stefano Ant. Baldino forse suo fratello. Nei suoi scritti si firma col nome seguito dalla frase "nobiliviro" cioè appartenente ad illustre casato. Stimato dai superiori e dal popolo fu per 15 anni Vic. For. Morì improvvisamente a soli 50 anni il 19 agosto 1692. Era cappellano maestro Pisani D. Carlo. Dopo breve reggenza tenuta da Vavisio D. Dom. il 7 febbraio 1693 venne eletto: |
7 - Marafino D. Gaspare Girol. Era da Cavaglietto e rimase tra noi 36 anni. Come il Curato Scaramuzza fu un parroco veramente dinamico. Ricostruì a sue spese la chiesa parr. antica di S. Vittore e restaurò l'oratorio di S. Damiano. Recinse il sagrato di S. Caterina con l'attuale steccato in pietra viva, la gradinata della balaustrata; sopra lo studio di casa innalzò due stanzette, abbatté la vecchia canonica e ne fece dei porticati con la cella vinaria; installò il nuovo organo, acquistò dei sacri paramenti in broccato... Predicava così bene che, presente il Vescovo Mons. Giov. Batt. Volpi il 5 e 6 maggio 1697, durante la spiegazione del catechismo al popolo, gli conferì il titolo di Rettore per se e per i suoi successori, titolo che rimane ancor oggi dopo oltre 250 anni. Fu Vicario Foraneo per 22 anni e ben sette cappellani si succedettero, com'egli attesta, durante il suo lungo governo della parrocchia: l'ultimo fu Milanesi D'. Carlo. Morì a 61 anni il 16 dicembre 1729. |
8 - Rajmondi Teol. Prof. D. Agostino da Vogogna. Insegnò dogmatica nel Seminario di Novara; a 28 anni fu Rettore nostro e vi rimase poco tempo, cioè dal 24 gennaio 1730 al 28 novembre 1731, data in cui passò ad Arciprete di Domodossola. Più tardi lo troviamo Rettore del Collegio S. Cristina e lettore di teologia a Novara, poi Rettore del Collegio Caccia in Pavia e Rettore Magnifico di quella Università. Nel 1761 Protonotario Apostolico. Attesta l'attuale zelante Arciprete di Vogogna D. Agostino De Ambrosi che il nostro Rajmondi morì di spavento in un'aggressione subita in unione a un certo Cav. Morbio nel tragitto da Pavia a Novara. Ultimo rampollo di sua famiglia in Vogogna fu un altro sacerdote D. Luigi Rajmondi (1798-1872) dottore in ambo le leggi e supplì per un anno la cattedra di teologia a Torino. Ebbe vasta coltura e fu valente latinista. |
9 - Beldì D. Pietro Paolo da Oleggio grande. Nato in Valtellina a Morbegno da padre di Oleggio e da madre di quel borgo, studiò nei nostri seminari e a 28 anni venne parroco a Nibbiola; a 30 anni venne eletto Vicario Foraneo del Vicariato di Vespolate; a 40 anni notaio apostolico; i suoi registri sono scritti con una calligrafia impagabile. Nei 34 anni di ministero, dal 1732 al 23,marzo 1766, tra i lavori fatti rimane come suo monumento perenne l'altar maggiore in marmo policromo. Suoi collaboratori furono il cappellano maestro D. Alessandro Burri da Premosello e Don Pietro Merlo. Nel 1741 resse la parrocchia di Vespolate in sostituzione del Pievano Giov. Gius. Beldì, suo fratello. Mori a 63 anni e tenne la reggenza il coadiutore Prinetti D. Frane, da Massino. |
10 - Bozzola D. Giammaria da Pernate. Rettore per 32 anni dal 6-12-1766 al 6-1-1,799, data in cui morì ai 60 anni, dopo |
11 - Carotti D. Gius, da Novara. Eletto il 19 marzo 1799 dopo essere stato reggente a Garbagna, resse la nostra parrocchia per 21 anni. Il 31-12-1820 a 52 anni si ritirò in Novara come canonico della cattedrale. Nel suo testamento, rogito Speciami, lasciò lire cento di Piemonte ai poveri di Nibbiola e trecento pei restauri alla cappella del S. Rosario. |
12 - Omodei Zorini D. Giov. Frane, da Cilavegna. Dopo nove anni come cappellano maestro, venne nominato Rettore nel gennaio 1822, vi rimase per 18 anni e morì il 17 aprile 1841 in età d'anni 70. Lasciò un legato perpetuo per suo suffragio con istrumento rogito Galli. La parrocchia venne retta da Gramegna D. Tranquillo da Borgolavezzaro. |
13 - Bignoli D. Giuseppe da Pernate: nostro Rettore dal 1841, Vic. For. dal 1857. I più vecchi lo ricordano che andava a caccia. Sacerdote integerrimo, uomo di ferro, battagliero in quei tempi di guerre e di moti politici, assai stimato dai superiori e dal popolo. Restaurò la casa parr. costruendo la porta grande e la stanza superiore, acquistò il bel baldacchino di seta lavorato a mano, lo stendardo processionale e il portale della Madonna. Lasciò una pianeta preziosa, ora non più esistente. Morì il 16 gennaio 1879 d'anni 66 in casa parr. e venne tumulato nel camposanto di Novara. Resse la parrocchia D. Giacomo Tromellini da Cilavegna dal febbraio all'ottobre 1879; venne poi nominato arciprete di Bracchio nel comune di Mergozzo, ove lasciò un'impronta incancellabile di bene: nel 1905 si ritirò nell'antico presbiterio di Isola S. Giulio ove morì l'anno dopo: fu seppellito nel cimitero di S. Filiberto. Lo ricordano ancora l'avv. Scolari di Novara, il rag. Felice Sguazzini e gli anziani di Bracchio. |
14 - Maestri D. Giov. da Pietra Marazzi presso Alessandria. Appartenne alla Congregazione dei Preti Secolari della Dottrina Cristiana; per circa 30 anni ha fatto scuola in diverse classi dalle elementari alla Rettorica e filosofia. Venne a Vespolate come cappellano del municipio e vi rimase per quattro anni insegnando lettere latine nel piccolo seminario eretto dal Pievano Boffetti. Alla morte del Rettore Bignoli, in seguito a canonico concorso venne eletto nostro parroco mediante il beneplacito del Vescovo di Alessandria e la dispensa Apostolica ottenuta il 9 aprile 1879 tramite il P. Generale della sua Congregazione. Fece l'ingresso il 28 ottobre ih età d'anni 53, tuttavia la Divina Provvidenza gli riservava lunghi anni di fecondo ministero morendo nella veneranda età di 90 anni il 16-12-1916 perdurando la prima guerra mondiale. Fu sacerdote pio e caritatevole; fu seppellito nel nostro camposanto presso S. Maria. Sono stati suoi coadiutori: |
15. - Tagliacarne Teol. D. Luigi, nato a Como nel 1867. Trasferita la sua famiglia a Pavia, ivi compì gli studi ginnasiali sotto il futuro Card. Maffi Arcivescovo di Pisa e sotto Mons. Ballarmi Vescovo poi di Pavia: ebbe per compagni di corso i futuri vescovi Mons. Giov. Cazzani Arciv. di Cremona, Mons. Rodolfi vescovo di Vicenza, Mons. Rossi vescovo di Udine... Il padre suo, come ingegnere delle Guardie Forestali, fu trasferito da Pavia a Torino ov'egli compì gli studi di teologia e si addottorò presso quella facoltà. Per qualche mese funse da segretario particolare di Mons. Bertagna, famoso teologo e Vescovo ausiliare di Torino, indi destinato coadiutore a Settimo Torinese sotto il Prev. Mons. Gobetto. Morto il Card. Alimonda e nominato arcivescovo di Torino Mons. Davide Riccardi vescovo di Novara, costui lo inviò a Novara, come insegnante di teologia nel Seminario urbano. Nel 1892 il nuovo Vescovo di Novara, Mons. Pulciano, lo mandò lontano parroco, a Calasca ove stette per 12 anni, amato da tutti quei valligiani. Indi passò parroco a Cardezza per 2 anni e dall'Ossola si spinse in Svizzera come missionario ove conobbe Mons. Bonomelli. Tornato in patria fu nominato viceparroco a Fara ove conobbe e prese con se il sig. Pietro Spagnolini. Nominato parroco a Cervatto in Val Sesia, dopo 5 anni passava a S. Marco di Bognanco. Nel 1907 parroco alla Castagnola di Valduggia ove riceveva sovente i vescovi suoi compagni per un po' di riposo. Dopo 12 anni nel novembre 1917 venne tra noi come reggente, poi, in seguito a canonico concorso, ebbe questa parrocchia che resse fino al 2-12-1941, data in cui si ritirò col domestico a Fara in meritato riposo. Negli ultimi anni ebbe come viceparroco il Can. Prof. D. Luigi Fornara, di poi P. Eugenio Manni degli Oblati di Novara; Attorniato da tutta la popolazione celebrò il 50° di messa nell'anno 1940. Si rese defunto d'anni 77 il 25-10-1944 e la sua salma riposa ora nel nostro camposanto accanto a quelle dei sacerdoti. Fu oratore ricercato ed apprezzato. |
16. - Colli D. Ernesto da Cravellona Lomellina. Ancor studente nei nostri Seminari partecipò alla prima guerra' mondiale del 1915-18 come mitragliere Fiat; passò poi nel 24° Reggimento Fanteria. Ordinato sacerdote nel 1924, venne destinato coadiutore presso il Pievano Teol. Giac. Garpani a Vespolate ove rimase fino al 1.1.1929 data in cui fece il solenne ingresso nell'antica Pieve di Mergozzo, ottenuta in seguito a canonico concorso. Stralciamo dal giornale "L'Italia" di Milano e dal "Sempione" di Arona quanto si pubblicò in merito all'operato dello scrivente che lasciò la bella parrocchia di Mergozzo il 1-1-1942 dedicata alla B. V. Assunta. Giovedì scorso, primo giorno dell'anno, il nostro Prevosto celebrò la messa parrocchiale alla presenza di tutte le autorità locali, associazioni di A.C. ed il popolo. Il Podestà in segno di riconoscenza consegnò al Prevosto un artistico dono; « una penna d'oro ». |